Tuesday, May 5, 2009

I tassi sono un rischio


E’ quanto emerge dalla seconda edizione dello studio 2008 European Treasury Survey du Ernst & Young. Lo studio ha coinvolto i treasury manager di 55 grandi gruppi industriali dislocati in 9 paesi europei tra cui l’Italia. La quasi totalità degli intervistati concorda su quelli che sono percepiti come i principali rischi finanziari, ovvero le repentine e sostanziali oscillazioni dei tassi di cambio e l'incertezza sui tassi di interesse. «Le recenti turbolenze dei mercati finanziari hanno contribuito a valorizzare ulteriormente e a mettere maggiormente in luce il ruolo del tesoriere. Dallo studio emerge, infatti, come metà delle imprese intervistate esegua previsioni di cassa su base giornaliera, rispetto ai due quinti registrati durante il sondaggio del 2006.

Cina e petrolio


Per la prima volta da molto tempo, scende la domanda cinese di petrolio. Nel primo trimestre del 2009, ha perso ben il 6% su base annua.

Non esistono dati ufficiali del governo, ma gli analisti hanno stimato sia un calo delle importazioni, che della produzione interna. Eppure, la domanda cinese è ancora aumentata per molte materie prime (rame, acciaio e persino soia), e anche le vendite di auto sono cresciute di ben il 10% nello stesso trimestre.

E allora perché? Probabilmente una delle cause è da ricercarsi nel lento aumento dei prezzi alla pompa, visto che il governo cinese sta approfindando del periodo di prezzi bassi per togliere i sussidi ai
Forse la Cina sta optando per altre, e magari più inquinanti, fonti energetiche? Non è detto: anche la produzione elettrica è scesa, seppur dell'1,5%.

Sunday, May 3, 2009

Quando i pagamenti ritardano


Con la crisi dell’economia e la stretta del credito il problema dei ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione è diventato un macigno.
Industrie grandi e piccole, artigiani, commercianti, cooperative e perfino iniziative non-profit sono in difficoltà.
Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, stima che il debito accumulato valga circa 30 miliardi di euro. I calcoli della Confindustria si aggirano intorno ai 70 miliardi. E c’è perfino chi, come la Confcooperative, arriva a indicare una cifra complessiva, compresi i debiti di comuni, regioni, asili, mense, pulizie e servizi sociali vari, che va ben oltre i 100 miliardi.